LA CITTA' DI ORVIETO

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ORVIETO

Orvieto è città di grande lustro nelle diverse epoche storiche. A partire dal IX secolo a.C. con la civiltà etrusca conobbe un periodo di grande splendore. In epoca etrusca si chiamava Velzna, ebbbe un periodo di grande prosperità e sviluppo.
A testimonianza di ciò è il ritrovamento, secondo alcuni studiosi, del famoso “Fanum Voltumnae” (Il Tempio di Voltumno). Ancora oggi sono in corso scavi archeologici nella zona sottostante la rupe orvietana, specie in località San Valentino, dove sarebbe situato il luogo originario dove sorgeva il celebre Fanum.
L’attuale area di scavo ha permesso di individuare resti di origine etrusca, di epoca romana (terme) e medievali (chiesa di S.Pietro in Vetere).
Il Periodo Etrusco – La civiltà etrusca ha lasciato ad Orvieto molte tracce della sua comparsa. Tra i vari reperti e testimonianze va citata la Necropoli del “Crocifisso del Tufo” , i resti del Tempio del Belvedere oltre alla preziosa e cospicua collezione di vasellame e oggetti di origine etrusca presente nei diversi musei della città. Orvieto rimase terra degli Etruschi fin quando gli stessi non subirono l’invasione dei Romani,m da allora ebbe un ruolo territoriale più marginale.
Il Periodo Romano – I Romani vollero distruggere la città per trasferire buona parte della popolazione presso l’odierna Bolsena. La rupe in breve tempo si spopolò, i territori beneficiando della presenza di fiumi come il Paglia ed il Tevere, mantennero un ruolo più attivo e vitale più legato a Roma stessa. Si ritiene che nella campagna orvietana fossero presenti numerose ville romane e che la zona rappresentasse per Roma ed Ostia un importante snodo per il traffico di merci.sse un ( vino, olio, terracotta, ecc.). Di questa eredità romana oggi ad Orvieto restano poche tracce; il Ponte Giulio in zona Allerona scalo, i resti del ponte delle Colonnacce sul fiume Paglia, resti del Porto di Pagliano ed alcune antiche fornaci romane scoperte nell’area del lago di Corbara. Altre tracce di epoca romana sono state rinvenute, di recente, nell’area di scavo di Campo della Fiera con un tipico impianto termale di epoca romana.
Dai Barbari e l’alto Medioevo al Libero Comune – Con la fine dell’impero romano e le invasioni barbariche, l’intero territorio orvietano fu lasciato all’abbandono con il susseguirsi di brevi dominazioni da parte di svariate popolazioni. Questo periodo perdurò fino all’alto medioevo finchè la città iniziò ad essere sempre più segnata dalla presenza del Papa e quindi tornò ad assumere nuovamente un ruolo storicamente più significativo.
Nonostante i contrasti interni il corso dello sviluppo e di crescita della città era però avviato e di fatti è in quest’epoca medievale (1200) che Orvieto, come moderna città stato, visse un periodo di grande benessere ed espansione arrivando ad assoggettare i territori circostanti fino alle coste del mar Tirreno. In questo periodo la città aveva mantenuto il nome datole dai romani di Urbs-Vetus (città vecchia), dal quale si deve l’attuale nome di Orvieto. In quest’epoca la città si distingueva per l’eccellente organizzazione interna a livello istituzionale e sociale; la città fu soggetta a numerose migliorie e vide la costruzione di grandi opere come il Duomo, il Palazzo Comunale (1216), la fontana di Piazza della Repubblica (poi rimossa), il Palazzo del Popolo ed il Palazzo dei Sette.
Lo Stato Pontificio e l’annessione al Regno d’Italia – Epoca moderna – Tale periodo di benessere e prosperità durò fino al 1348 anno in cui un’ epidemia di peste e le continue lotte politiche interne prima tra le grandi famiglie nobili posero fine all’esperienza di Orvieto come Comune Libero e Città-Stato. Orvieto rimase lo Stato Pontificio. In particolare dopo l’ intervento delle truppe papali guidate dall’Albornoz del 1354, la città diventò un vero e proprio rifugio e luogo di protezione dei papi fuggiti da Roma dopo l’invasione dei Lanzichenecchi. Da questo momento e fino alla fine del 1700, Orvieto subì delle profonde trasformazioni dal punto di vista architettonico. La costruzione del Pozzo di San Patrizio (1527) e numerosi interventi di restauro e costruzione di palazzi rinascimentali. Lo sviluppo e la rinascita della città avviata dalla presenza e dalla frequentazione di alti prelati e pontefici trovò ulteriore slancio dal 1860; Orvieto entrò a far parte del Regno d’Italia e dello Stato Sabaudo divenendo quasi un punto di frontiera tra quest’ultimo e lo stesso Stato Pontificio. L’annessione di Orvieto al Regno e la conseguente “rottura” con lo Stato Pontificio, fu possibile anche grazie all’opera dell’orvietano Filippo Antonio Gualterio. La nuova appartenenza politica di Orvieto al Regno comportò l’innesto nella società di nuove e importanti famiglie nobiliari che acquisirono molti beni appartenuti alla chiesa. Orvieto conobbe un nuovo impulso sociale ed economico che la proiettava in epoca moderna con nuove prospettive.
Orvieto in epoca contemporanea – Il nuovo slancio della città si protrasse fino all’ottocento così tra il 1800 e nei primi del 1900 si assiste ad interventi di restauro, completamento dei palazzi preesistenti e si intensifica invece l’opera di ammodernamento per quanto riguarda viabilità, strade e mezzi di comunicazione: sono infatti di questo periodo alcune opere quali la realizzazione della prima funicolare ad acqua nel 1888 (G.Bracci), il primo collegamento ferroviario con Roma, la costruzione del Teatro Mancinelli e la messa in funzione della centrale idroelettrica. Le ultime opere pubbliche di rilievo da segnalare sono del 1900, la costruzione delle due grandi caserme (Caserma Piave e Caserma Monte Grappa) ed il collegamento della città con l’Autostrada del Sole (1960). Molta della storia antica e recente di Orvieto è rappresentata simbolicamente anche nelle effigi del suo stemma comunale.

Links utili:
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